Esame olfattivo
Le sostanze responsabili dei profumi sono sostanze volatili, che hanno la proprietà di evaporare. Si è soliti distinguere tre gruppi di profumi, classificati secondo la loro origine.
Primari o varietali: provengono dall’uva e sono legati alla varietà del vitigno.
Secondari o fermentativi: si sprigionano durante i processi di vinificazione, sono gli odori “vinosi” che inondano la cantina quando si vinifica. Terziari o postfermentativi o da invecchiamento: si formano durante la maturazione e l’invecchiamento, prima in botte e poi in bottiglia.
Profumo, aroma o bouquet?
Profumo ha un significato generale, come principio odoroso emanato dal vino in varie fasi della sua evoluzione.
Per aroma intendiamo prevalentemente quello di origine varietale,ovvero l’insieme dei principi odorosi tipici dei vini giovani (profumo primario).
Il bouquet, tipico dei vini invecchiati (profumo terziario), è l’insieme dei profumi acquisiti con la maturazione. E complesso ed è composto da vari sentori e sfumature.
Le sensazioni collegate all’olfatto sono forse le più importanti per l’esame di un vino. Si prendono in considerazione:
• LA QUALITÀ (finezza, franchezza, complessità)
• L’INTENSITA
• LA PERSISTENZA
• LA NATURA del profumo (identificazione dei sentori)
Come si effettua l’esame olfattivo?
a. Il primo “colpo di naso” si effettua sul bicchiere fermo, senza muovere il vino: accostate il naso al bicchiere e inspirate brevemente per due o tre volte.
b. In un secondo momento si annusa il vino dopo averlo fatto ruotare nel bicchiere per liberare meglio le sostanze volatili.
Cominciate imprimendo brevi rotazioni, annusate, poi effettuate un’agitazione più continua e prolungata. Avvicinate il più possibile il naso alla superficie del vino, inspirate profondamente per tre-quattro secondi e ripetete l’inspirazione per due o tre volte intervallando con alcuni istanti di riposo.
Con queste due forme di inspirazione diretta, si valutano l’intensità e la qualità del vino e si fa una prima discriminazione dei sentori: a bicchiere fermo i più leggeri, delicati, volatili, a bicchiere in movimento i più pesanti.
c. L’olfatto interviene ancora quando il vino viene messo in bocca (fase gusto-olfattiva): si percepiscono ora i profumi per via Indiretta o retronasale. Fate girare il vino in bocca , facendo passare un po’ d’aria tra i denti con piccole inspirazioni: sentirete i cosiddetti “aromi di bocca”.
d. Usate ancora il naso dopo aver inghiottito il vino: sentirete il suo aroma persistere in bocca per un tempo più o meno lungo: è la persistenza aromatica intensa (P.A.I.) o fin di bocca, una sintesi di sensazioni più o meno durevoli di tipo olfattivo e gustativo.
e. Infine, date un ultimo “colpo di naso” al bicchiere vuoto: si possono rintracciare sentori prima non avvertiti e trarre indicazioni sull’evoluzione del vino.
Lasciando il bicchiere in riposo per almeno un quarto d’ora, i profumi, specialmente quelli dei vini maturi e complessi, si evolvono in modo sorprendente.
Un profumo è di buona QUALITÀ se è:
1. franco, ossia pulito, netto, privo di odori estranei,
anomali o difettosi;
2. fine, ossia elegante, distinto, equilibrato, armonico,
non scomposto;
3. complesso, ossia ricco di sfumature odorose.
L’INTENSITÀ
L’intensità è la forza, la potenza con cui il profumo (sia aroma, profumo o bouquet) si esprime. Il giudizio sull’intensità è subordinato a quello sulla qualità: un profumo molto intenso ma poco armonico e gradevole accentua le caratteristiche negative del vino.
LA PERSISTENZA è la qualità che rende un profumo continuo e durevole.
LA DESCRIZIONE DEI PROFUMI
È un’operazione che può raggiungere alti livelli di complessità. Alla base ci sono due fattori generali:
- l’assuefazione: l’olfatto si adegua rapidamente a un profumo e diventa progressivamente insensibile a esso, passando a percepirne un altro meno intenso. Ciò consente di discriminare e identificare i diversi sentori;
- il grado di volatilità delle sostanze responsabili degli odori. Si coglieranno dapprima i profumi più leggeri ed eterei (alcuni profumi floreali e aromatici), poi quelli di media volatilità (i fruttati ed erbacei), infine quelli più pesanti (certe note animali, di catrame, di torrefazione).
Per identificare - e descrivere - i profumi è opportuno seguire una serie di tappe:
1. individuare la tonalità dominante, più netta e intensa, che prevale al primo impatto;
2. ricercare a quale delle grandi famiglie appartiene questo profumo: floreale, fruttato, speziato ecc.;
3. ricercare, all’interno della famiglia, l’odore naturale più vicino.
4. individuare, all’interno della serie precedente, lo specifico frutto di riferimento.
A questo punto saremo in grado di definire anche l’origine dei profumi individuati: primari, secondari o terziari.
Le famiglie degli odori
Per designare gli odori si adotta il criterio dell’analogia con odori conosciuti di fiori, frutti, spezie o altri prodotti, alimentari e non.
Gli odori comunemente riscontrati nei vini sono stati suddivisi in serie o famiglie.
Floreale
acacia, biancospino, rosa, iris, geranio, caprifoglio, fior darancio, fior di vite, fiori di campo, sambuco, tiglio, verbena, violetta, giacinto, narciso, gelsomino, ginestra.
Vegetale
erba, felce, fieno tagliato, limoncella, salvia, olive verdi, foglia stropicciata, foglie morte, mallo di noce, peperone verde, funghi, menta, muschio, humus (sottobosco), tabacco, tisana, tè, tartufo.
Empireumatica
(tostato)
affumicato, cacao, caffè, caramello, caucciù, cioccolato, creosoto, goudron, mandorla tostata, pane tostato, pietra focaia.
Fruttata
albicocca, ananas, banana, ciliegia, mela cotogna, lampone, ribes, fragola, lampone, limone, agrumi, mandorla amara, mora, moscato, mela, mela ranetta, pera, prugna, frutti esotici.
Speziata aromatica
anice, cannella, chiodo di garofano, finocchio, liquirizia, noce moscata, pepe, alloro, timo, basilico, lavanda, zenzero, vaniglia.
Animale
ambra, pelliccia, cuoio, carne, selvaggina, sudore, pipì di gatto, zibetto, foxy (selvatico).
Frutta secca
fico secco, mandorla, noce, nocciola, prugna secca, rancio, uva sultanina, confettura, frutta cotta.
Balsamica
resine nobili, pino, incenso, ginepro, trementina.
Legnosa
odori provenienti dal legno in cui il vino è stato conservato, scatola di sigari.
Altri alimenti
farina , crosta di pane, lieviti, burro, formaggio (odore di latteria), miele, sidro, birra.
Chimica
Aceto, zolfo, di medicinale, di disinfettante, di celluloide (derivati dai composti chimici del vino: alcol,acetato di etile, anidride solforosa).
Eterea
smalto per unghie, caramella inglese, sapone, cera, latticini (derivati dalle fermentazioni, dalle esterificazioni degli acidi superiori, dai batteri lattici, da alterazioni della fermentazione).